Disco

THE OBSCURE MUSIC CLUB INTERVIEW #DISCOGATTO

1. Parlateci del vostro progetto The Obscure Music Club.

T.O.M.Club
The Obscure Music Club nasce nel 2013, come blog con lo scopo di condividere sul Web chicche musicali scoperte attraverso instancabili ricerche, scrivendo qualche riga descrittiva sull’artista e sull’album o brano da noi scelto, e soprattutto, proponendo l’ascolto del brano o dell’LP. Dietro questo progetto ci sono in realtà tre persone, ognuna con il proprio gusto musicale e con le proprie esperienze, libere di proporre qualunque tipo di artista, album o canzone. La libertà sta anche nel fatto di poter esporre non solo musica, ma qualsiasi espressione artistica che in qualche modo faccia riferimento al mondo musicale. Un esempio sono gli articoli sulle copertine dei dischi degne di essere analizzate, o sulla passione per la fotografia di Andy Summers chitarrista dei Police. Nel sito vengono recensiti anche libri e film che hanno come protagonisti assoluti il mondo della musica.
Con il passare del tempo, da semplice blog, il progetto si è materializzato anche in un duo di DJs: Macca e zizAziz, che insieme si divertono a proporre, questa volta in versione “live”, il genere di musica che più di tutti apprezzano, ovvero la disco/funk, che con gli anni si è evoluta in disco / funk / afro / house / elettronica etc. etc. …
Un’ulteriore evoluzione è stata quella di organizzare le HOT TEA SESSIONS, tenute direttamente nel nostro headquarter, che si ispirano alle esperienze di “garage sale” molto diffuse nel mondo anglosassone; una serie di eventi nati dalla voglia di passare un modo diverso di ascoltare la musica: seduti in poltrona o ballando in un pomeriggio domenicale mentre incontri amici, parli di musica, sorseggi un thè e ti scegli qualche disco, trasformando il garage in un dancefloor / salotto / archivio.
Per finire, l’attività più recente è stata l’organizzazione di DISCO GALAXY, un evento che punta a far rivivere la cultura dei club e tenta di farne riassaporare le sensazioni e le emozioni, ponendo attenzione non solo sulla musica, ma anche sulla qualità dell’impianto audio e la cura degli spazi, con allestimenti in tema, creando un vero e proprio viaggio musicale.

2. Cosa vi piace di più dell’universo “disco”.

zizAziz
La vastità dell’universo “disco” mi ha portato a ricercare e ad apprezzare un po’ tutti i generi e sottogeneri. Dall’house alla techno, dal funk all’italo-disco, dal rock al cosmic sound … Ed è questa, a mio parere, la forza e la parte più bella della “disco” e della club culture: mescolare i generi creando nuove sonorità e nuovi universi. Se dovessi comunque scegliere cosa mi piace di più, senza ombra di dubbio direi la disco funk-soul degli anni 70. L’energia e la gioia che riesce a dare questo genere, credo sia insuperabile. Certe canzoni, o addirittura album interi, quando li ascolto o li metto in un set, sono sempre potenti, fantastici, non stancano mai, sono davvero immortali!

Macca
La mia curiosità verso il fenomeno “disco music” inteso nella sua accezione più ampia, mi ha portato non solo a ricercare il maggior numero di brani da ascoltare, apprezzare ed eventualmente proporre nei nostri DJ set, e quindi a soffermarmi sull’aspetto meramente musicale del tema, ma anche ad informarmi, attraverso letture e documentari, su come è nato e come si è sviluppato il fenomeno a partire dagli anni 70, passando per il continuo mutamento delle mode e degli stili durante gli anni 80/90 e fino ai giorni nostri. Ciò che più mi ha colpito è l’incredibile crogiuolo di persone che, per un motivo o per un altro, si sono ritrovate perfettamente a loro agio in questa cultura, chi facendone attivamente parte come musicista, compositore, produttore, cantante, ballerino o chi semplicemente ne godeva il piacere dell’ascolto o ne condivideva le prospettive. Ciò che voglio dire è che, solitamente, quando si pensa ad un genere musicale, si tende automaticamente anche a delineare una specifica “categoria umana” che ne fa parte, mentre nel mondo della disco hanno trovato la loro dimensione una miriade di “categorie” diverse, basti pensare che, agli albori, chi “faceva” disco erano per lo più i cosiddetti emarginati, e parlo degli afroamericani (da cui praticamente è nata tutta la musica moderna in realtà), parlo degli emigrati italiani (David Mancuso e Nicky Siano sono tra i primi DJ nella New York degli anni 70), gay, donne (le prime dive universali son state le varie Donna Summer, Gloria Gaynor, Thelma Houston, etc). In seguito, con l’esplosione commerciale del fenomeno disco, davvero questo genere ha accolto favori (e sfavori) praticamente di tutti. Questa “universalità” della disco music mi ha sicuramente colpito, anche perché, da vecchio cuore rock quale io sono, non me lo aspettavo per niente!

3. Vinili e rarità, raccontateci qualche aneddoto.

zizAziz
Ce ne sarebbero tanti, ma ti racconto gli ultimi. Giusto la settimana scorsa, mia madre mi regala una borsa con all’incirca una cinquantina di vinili provenienti dalla cantina di una sua cara amica. Tutto contento mi metto subito a scrutarli: Julio Iglesias, James Last, Claudio Baglioni, Cocciante, Julio Iglesias ancora, Bimbo mix e via così, tutti “dischi zavorra”, fino ad un inaspettato vinile: Tantra “The Hills of Katmandu”, edizione rara dall’Ecuador. A parte la felicità, sono rimasto davvero basito nell’incoerenza di questo disco in mezzo a tutti gli altri, ma questo è il bello della musica che non ti dia mai nulla per scontato.
Un altro aneddoto particolare accadutomi di recente. Trovo un annuncio di vinili in vendita a Milano che sembra interessante. Prendo la macchina, vado in questo garage tutto pieno di cianfrusaglie e migliaia di dischi. Spendo tutto il pomeriggio a cercare, ma non trovo nulla che valga la pena. Una tristezza. Con le dita completamente nere, vado nell’osteria affianco a bermi un bicchiere di vino e darmi una ripulita alle mani. Non c’è molta gente nel locale quindi mi ritrovo a parlare con l’oste, un signore sulla 70ina, che mi prende in simpatia. Gli racconto perché mi trovavo li, che ero andato a “diggare” alla ricerca di qualche vinile. Niente di più, finisco di bere e mangiare qualche stuzzichino e pago il conto, ma prima di andarmene l’oste va nel retro e torna con un disco, Giorgio Gaber “Io se fossi Dio” con copertina nera (valore sui 60€) e me lo regala, dicendomi che tanto lui i dischi non li ascolta più. Ripensandoci, non sarei mai entrato in quell’osteria, se non fossi andato in quel garage.

Macca
Aneddoti sui vinili ne avrei a palate, mi soffermo però su due casistiche di cosiddetto “colpo di c**o” che possono capitare quando si è malati di diggin’ come il sottoscritto, e quindi, si va alla costante ricerca di chicche rovistando tra quintali di dischi impolverati, solitamente posti nelle posizioni più dolorose per le povere ginocchia.
Caso 1: la consapevolezza immediata del colpo di c**o, fortunatamente, è capitata più di qualche volta. Ricordo benissimo quando in un negozio di dischi della provincia di Treviso, tra l’altro in procinto di andarmene sconsolate e a mani vuote, decisi di terminare l’ultimo scaffale dei vinili a 3 euro… et voilà, si materializzò un disco che cercavo da anni, in costante playlist del maestro DJ Harvey, e che in condizioni buone viaggia su un valore di circa 50 euro: “Ginny – Can’t Be Serious” è il titolo di questo 12”. Ricordo che, con le mani tremanti, dopo averlo debitamente pagato, la prima cosa che feci fu inviare una foto dell’etichetta a zizAziz che conosceva bene la portata della pesca miracolosa appena fatta!
Caso 2: l’inconsapevolezza del colpo di c**o. Questo è capitato forse 2/3 volte (difficilmente compro un disco a scatola chiusa), ma un sabato pomeriggio di qualche anno fa in un mercatino dell’usato ultra sfigato, decisi di pigliare un disco a 2 euro, forse addirittura per fare “conto tondo” su acquisto di altri oggetti, che scelsi semplicemente per la cover sgargiante e colorata. Il titolo è “T.B. Funk – Free Blow”. Tornai a casa, lo misi sul piatto, scoprii che si trattava di una bomba pazzesca di Italo / Disco / Funk made in Italy e non vi dico lo stupore quando vidi che il valore di tale disco supera abbondantemente i 100 euro, anche perché recentemente è stata inserita nella compilation dei The Grasso Brothers “We know how to boogie”. Che fortuna! Però, come detto, capita raramente!
Rimane comunque impareggiabile l’adrenalina che si ha quando si fa “diggin’”, sia che porti a buoni risultati, sia che si rimanga a mani vuote!

4. In questi anni i dj set hanno sconfinato ovunque, cosa ne pensate?

zizAziz
Beh credo sia una cosa molto positiva. Certo, la tecnologia ha portato un aumento dei “dj tracktor” ed una innegabile diminuzione della qualità dell’arte di fare il djing e il selector, ma vedo comunque il bicchiere mezzo pieno. C’è possibilità per tutti di proporre la propria selezione musicale e farsi conoscere, nonché scambiare conoscenze e scoprire nuove sonorità. Anche se la concorrenza negli ultimi anni è aumentata, ho notato che i “dj tracktor” piano piano scompaiono come una moda passeggera, mentre i veri dj che amano e portano avanti con professionalità questa passione rimangono. La qualità, la ricerca sconfinata e lo scambio di culture e sinergie, sono la forza fondamentale di questa professione.

Macca
E’ un dato di fatto che i DJ set siano diventati un fenomeno commerciale, organizzati in qualunque luogo ed in qualunque situazione, anche le meno adatte, a prescindere dalla musica proposta. Purtroppo, dal mio modesto punto di vista, il problema non è in realtà il proliferare di DJ set, ma è la musica che viene diffusa in questi “DJ set”: nel 70/80% dei casi è la stessa identica scaletta che si può sentire durante il giorno accendendo una qualsiasi radio commerciale/nazional popolare italiana. Il tocco di gusto del DJ è praticamente inesistente, molto spesso sono gli stessi gestori del locale che chiedono una determinata playlist che, a loro ragione, accontenti la clientela, e, se ci aggiungiamo che a volte i “DJ” si aiutano con diavolerie elettroniche per mettere a tempo i brani…aiuto! Non li chiamerei nemmeno più DJ set. D’altro canto, invece, il fatto che vi siano numerosi DJ set, può aiutare la diffusione di una buona cultura musicale tra le nuove generazioni (e meno nuove) se il DJ propone una scaletta ragionata di brani che appartengono a generi che trovano poco spazio nei mass media. La situazione che invece purtroppo manca veramente alla scena italiana e quella che in realtà in passato aveva dato lustro alle produzioni disco, house e dance del Belpaese: la serata in discoteca con DJs che fanno ballare da mezzanotte alle sei del mattino.

5. Quali sono i vinili che di recente avete rimesso in borsa?

zizAziz
Dopo gli ultimi 2 anni in cui sono stato più orientato a dj set disco funk, afro, brasilian e house, ultimamente ho rimesso in borsa molti vinili Italo Disco e synth-pop anni 80. Ne cito alcuni:
The Creatures – Solar Eclipse
Men Without Hats – Safety Dance
Mike Francis – Survivor
Yello – Tied Up
Wally Badarou – Echoes

Macca
Personalmente cerco sempre di riempire la borsa con vinili sempre diversi, o che non mettevo da almeno qualche mese: faccio molto presto ad annoiarmi! Ammetto che però ultimamente c’è una compilation che inserisco sempre in borsa, sperando che in serata si crei il momento buono per suonare uno dei comunque difficili brani in essa contenuti, ovvero “The World of Arthur Russell”, un compendio delle canzoni più melodiche (e quasi ballabili) di questo genio newyorkese del violoncello che rispondeva appunto al nome di Arthur Russell. Ancora non ci sono riuscito… che possa farcela al Discogatto? Staremo a vedere!

6. I mercatini dei vinili e discogs.

zizAziz
Diciamo che sono due approcci di ricerca e acquisto differenti.
Con Discogs ho la fortuna di avere a disposizione il database più grande del mondo, crearmi le mie wishlist ed essere aggiornato su prezzi e quotazioni dei vinili. L’acquisto dei dischi è sempre ben mirato e lascia poco spazio ad eventuali sorprese, ma la comodità del servizio è ineguagliabile.
I mercatini sono invece vero e proprio Diggin’ e l’emozione di trovare un vinile, magari raro, è impagabile. Mi è capitato di trovare “Sfinge” di Enzo Carella in un negozietto a soli 5€, oppure Gianni Bella “Io canto e tu” ad un mercatino solamente per 1€. A Milano ormai ho i miei mercatini di fiducia, ogni volta torno a casa con 50-100 dischi, per la gioia di mia moglie che vede ormai l’appartamento sempre più compresso. A Bruxelles al “marche au puces” di Marolles, un giorno ho trovato, buttata per terra, una collezione di circa 500 vinili disco funk anni 70 in perfette condizioni. Ho pensato fossero rubati, viste le brutte facce di chi li vendeva. Ne ho presi circa 200 ricordo, pagandoli 300€ e ancora oggi li suono quasi sempre nei miei djset. Sono momenti come questi che ripagano la ricerca continua.

Macca
Lo strumento di lavoro principale per un DJ sono ovviamente i dischi e, pertanto, va da sé quanto sia importante per noi della categoria bazzicare tra i banchi dei mercatini del disco o tra gli scaffali di un negozio di musica. Fortunatamente, sembra che negli ultimi anni sia ritornata una voglia “generale” di musica, che permette ai negozianti di sopravvivere e, addirittura, di far nascere nuovi negozi dove poter brucare la nostra materia prima. Tale crescita è inoltre la causa del diffondersi anche delle fiere del disco e, io ed il mio socio ne sappiamo qualcosa visto che siamo pure noi protagonisti in prima persona con il nostro banchetto a qualche fiera che si tiene qui in Veneto, prima fra tutte quella che si svolge a Marghera, il Venyl, che il prossimo 9 dicembre festeggerà la sua settima edizione. A queste esperienze “fisiche” di ricerca dei vinili, si affianca da qualche anno a questa parte anche l’esperienza “virtuale”, ovvero l’acquisto online di dischi attraverso portali come Juno Records, Bandcamp e, forse il più importante e frequentato di tutti, Discogs.com, dove pure qui ci dilettiamo a ricoprire il doppio ruolo di compratori e venditori, con il nostro negozio che a cui abbiamo dato il simpatico nome di “Joyanegra”, a ribadire le nostre radici funk!
Credo, insomma, che un buon DJ e amante della musica in genere, debba saper districarsi in tutti questi mondi, ognuno con le proprie caratteristiche, i pro ed i contro, per portare a casa il pezzo desiderato al miglior prezzo al fine di creare la propria discoteca personale ideale!

7. Progetti per il futuro.

T.O.M.Club
Come The Obscure Music Club, l’obiettivo per il futuro rimane sempre lo stesso: la diffusione e condivisione di una cultura musicale che si affranchi dalle convenzioni commerciali odierne. Per noi, appunto, la musica è sostanzialmente cultura, una cultura universale che racchiude le differenze che ogni popolo o paese ha, ma che, come arte, possiede l’incredibile potere di unire le persone più diverse. Questo è un aspetto che a volte ci sembra dimenticato, forse a causa dell’atomizzazione delle esperienze personali che ci porta a vederci ognuno come mondo a sé, forse a causa della comodità che le tecnologie moderne hanno portato nella fruibilità di tale arte. Non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che noi nella musica ci crediamo e, il blog, gli eventi in garage, i DJ set, i banchetti del disco che allestiamo, sono tutti modi per dirlo a gran voce: MUSIC IS CULTURE! Manca da parte nostra, forse un ultimo (?) aspetto di diffusione di questo messaggio: la pubblicazione su vinile di qualche nostra produzione…che il 2019 sia l’anno buono? Staremo a vedere. Intanto godiamo assieme delle possibilità di ascoltare grande musica in giro, grazie anche ad amici e colleghi come DJ Dax, che oltre a mettere divinamente i dischi in prima persona, organizzano eventi per dar spazio alla CULTURE! Love.

website: theobscuremusicclub.com/
facebook: www.facebook.com/theobscuremusicclub
instagram: www.instagram.com/theobscuremusicclub/ 

Disco Gatto intervista a The Obscure Music Club – zizAziz e Macca
By Partyhardy © 12.2018 Family House.

#DISCOGATTO 15.12.2018

24.11.2018 Modular & The Club presentano: Disco Paradiso

“Unforgettable Italo Disco hits, spacey Cosmic sounds, New Wave and other half-silk dance music from the early archives of house music.”

Sabato 24 Novembre 2018, dalle 23.30

Modular + The Club presentano:

★ ALEXANDER ROBOTNICK (LIVE) ★
https://www.alexander-robotnick.it/
https://www.facebook.com/AlexanderRobotnick/

Produttore di culto fin dal 1983, anno nel quale è uscita la sua traccia manifesto dal nome Problèmes d’amour per Materiali Sonori / Sire-Wea, Robotnick ha saputo reinventarsi svariate volte ritornando soltanto nel 2002, dopo una lunga parentesi nella World Music, alle origini del proprio sound. Da allora a oggi è stato capace di scrivere nuove e memorabili pagine dance a tutto tondo, divulgando il proprio verbo sia come produttore dal sapiente gusto analogico (ascolto fondamentale “Rare Robotnick’s”, una collezione di tracce vintage distribuita in Italia da Audioglobe) sia come dj set armato di laptop (un esempio del suo stile è contenuto in “The Disco Tech of…Alexander Robotnick”), di humour (altra chicca “Italcimenti – Under Construction” una risposta scherzosa alla moda italo Scandinava datata 2005) e di una conoscenza enciclopedica della cultura dance elettronica.

★ BEPPE LODA ★
https://www.residentadvisor.net/dj/beppeloda

Percussionista, compositore, produttore e dj veramente eclettico. Beppe Loda inizia la sua esperienza come dj verso la fine del 1973 al Kinky di Manerbio, sua città natale. Si distinse immediatamente per il suo stile inusuale, suonando brani rock inseriti in un contesto musicale funky-disco.
Verso la fine degli anni ’70, confermando il suo stile differente, inizia il suo avvicinamento alla musica africana, space disco, dance/elettronica, new wave. Alla fine del 1980 inizia la sua collaborazione con la discoteca Typhoon (locale costruito su misura per Beppe Loda seguendo tutte le sue indicazioni), collaborazione dalla quale nasceranno in seguito molte tendenze musicali negli anni che seguirono e che influenzarono tutto il panorama musicale alternativo italiano e oggi anche estero.
Attualmente si esibisce nelle maggiori capitali europee e americane come Londra, Parigi, Berlino, Madrid, New York, Detroit, Chicago, Philadelphia. Una delle tappe più importanti della sua carriera è stata la serata fatta nel 2006 al museo di arte moderna di New York.

★ DAX DJ (Family-House, PARTYHARDY) ★
https://www.residentadvisor.net/dj/daxdj

Il suo motto è “may the funk be with you”, questo la dice lunga sulla sconfinata passione che Dario Bedin, ai piatti DAX DJ, ha per la musica che definisce sostanzialmente come un qualcosa di religioso. Dj, collezionista di una tonnellata di vinili, creatore di Jazz Not Dead Festival e di alcune tra le più interessanti realtà della scena underground contemporanea, DAX fa della ricerca musicale il proprio stile di vita esprimendosi attraverso i suoi dj-set che spaziano fra house, disco, techno, elettronica.

Official pre-party (dalle 19.00 alle 23.30):
Nifty – Ristorante Steakhouse & Cocktail Bar
viale Marconi 14/a
Pordenone

Facebook Event

• Contributo:
10€ (prima delle 0.30)
12€ (dopo le 0.30)

• Tessera Federitalia obbligatoria per non tesserati

Link per pre-compilazione modulo online:
http://www.astro-club.it/tesseramento/

Tessera 2017/2018 valida fino al 31.12.2018

Non hai intenzione di guidare?
SERVIZIO BUS-NAVETTA CONVENZIONATO su prenotazione:
+39 348 4081470

Info e prenotazione tavoli:

340 8232024 (Giuliano)
340 2840714 (Caso)
338 7080246 (Claudio)

Astro Club
via Giacomo Puccini, 141
33074 – Fontanafredda (PN)

DISCO BELLS 25/12

Date /

Monday
25 Dec 2017
22:00 – 04:00
Xmas Day

Line-up /

Dax DJ
TASTE Kollective

Come ogni anno, dopo le estenuanti maratone culinarie di Natale, ci troviamo il 25 sera per brindare insieme, festeggiando l’anno che sta finendo e farci gli auguri nel modo migliore: ballando.
Quest’anno vi facciamo un regalo. Oltre alla scuderia TASTE Kollective ci sarà Dax DJ. Un dj dalla cultura musicale sterminata, un professionista rimasto fedele negli anni al supporto in vinile. Sarete sommersi da una valanga di house e disco, selezionate e suonate con un’empatia e un entusiasmo difficili da trovare.

Happy birthday Giamma Soren & Emiliano Bené VI !

Facebook Event
RA

Venue /

Tube Club
Corso di Porta Ticinese 32 20123 Milan

Jerome Derradji’s present “A Gram Of Boogie” The Story of Lee Moore

Hi Jerome Derradji! I’m very happy about your hard work reissuing old unknown/hard to find gems!

Thank you. My pleasure really!

1. First tell us about your love for futuristic boogie …

Well, yeah futuristic boogie is this music that just makes you dance. It combines so many elements taken from disco, soul, r’n’b and jazz with a heavy splash of electronic synths and drum machines. The perfect combination in my humble opinion and a great influencer of all things House. Magic stuff I believe.

2. How did you find Lee Moore?

That’s a really long story…. In short I first found Paul Zaleski, who is living in California, he was the engineer and VP at Score Records. From that we’ve tracked down Lee Moore and I ended up on the phone with Lee. We hit it off real fast and started working with Lee right away.

3. From blues, gospel, soul: B.B. King, Johnny Cash, Elvis Presley, Aretha Franklin, Jerry Lee Lewis, Al Green, Tina Turner, Booker T. & the M.G.’s, Otis Redding, Isaac Hayes … tell us about Memphis boogie funk.

Memphis is really a special city. A cradle for a lot of music and all things soulful. Boogie was a logical evolution of the soul and disco sounds of the time. Lee Moore just pushed it further by changing the way it was produced, engineered and recorded. Lee spent more time in the studio than promoting himself or his label Score Records. But at the time, in Memphis, he was very known for his music.

4. “A Gram Of Boogie”, theres more than a gram …

Indeed. That’s all thanks to Lee Moore.

5. Do You Feel Like A Party

It’s a tune that Lee wrote and released initially on LM Records out of New York. Lee wanted his music to sound more like a New York dance record than a Memphis record. By that he meant less stripped down and raw and more produced with a heavy basslines and kicks. I believe it’s one of his most known records for a good reason. It’s excellent.

6. Reachin Out For Your Love

Lee’s first 12” for Source Records – a major a the time. It was his attempt to break into the US charts. A killer disco track that defined Lee Moore’s sound. Although it reached the Bilboard charts, Source didn’t put enough efforts in promoting it and Lee moved on to launch Score Records.

7. Sometime theres differences between versions from 7 to 12 Mix. Tell us about as nowadays its impossible to find multiple version of a track on new releases.

Yeah, it’s very normal for music made in this era. Lee was surrounded by amazing musicians – most of them being seasoned Stax musicians. So you would always get a shorter 7” mix, a longer 12” mix, instrumental, dub etc… I still think a lot of dance labels operate this way with different mixes and remixes.

 

Subway Featuring Wave – Ten Toes Up 12" SOLD OUT

8. Whats In The Dark Will Come To Life

One of my personal favorites. It still sounds like the future of soul and funk. Magnificent stuff really. But honestly there’s so much great music with each of Lee’s releases.

Jerome Derradji – Still Music / Past Due Records / Stilove4music – Chicago
interview 10.2017 Family House.

www.itstillmusic.com
Discogs

A Gram Of Boogie
The story of Lee Moore – Score Records & LM Records
Memphis, 1979-89.
Cat # Pastdue5LPBox02
Format – Vinyl + Insert

Season 2017 / partyhardy

22:00 – 04:00

2 Settembre
29 Settembre
20 Ottobre
17 Novembre
7 Dicembre

Disco, Boogie, Funk, House Music, Acid
Fast/Down tempos, and heavy EQing
Vinyl Only

Cost /
0€ fino alle 23:00, poi 10€ con consumazione

Info Call /
342 740 3042

RA

Venue /
Miralago Disco
via Lago di Fimon, 117 Arcugnano Vicenza

Daniel Wang ∞ Domenica 30.07.2017 #partyhardy Disco Dancing Chalet Paola Perarock Festival

Un post condiviso da #partyhardy Vicenza (@partyhardyvicenza) in data:


DANIEL WANG (Balihu, Rush Hour – Berlin)

Daniel Wang, cinese americano nato in California, cresciuto a New York e poi trasferitosi a Berlino è un DJ attivissimo e producer di talento. Qui a Vicenza lo conosciamo bene dal 2005, anno in cui partecipò al Festival Jazz Not Dead al Bar Sartea. Da allora è rimasto nei nostri cuori.

E’ considerato una leggenda vivente, icona della Disco Music, iniziatore negli anni 90 della scena “Left Field” Nu-Disco; profondo estimatore di etichette come: Salsoul, West End, gira il mondo intero a portare i sui incredibili dj set.

Il suo stile musicale, il suo modo di approcciare la consolle è unico e continua ad ispirare musicisti, djs e dancers di tutto il globo.

A brief history of the evolution of DISCO HOUSE TECHNO By Daniel Wang

Recentemente ha remixato una traccia di Cerrone assieme all’amico Jules Etienne.

RA: www.residentadvisor.net/dj/danielwang
FB: www.facebook.com/djdanielwang

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