Cybotron

Andrea Benedetti – Drexciya & James Stinson Tribute

“Now there’s a whole resurgence of Electro, and James was the life force of it. He had a fascination with the ocean, and aquatic things, and African-American history, and the voyage African people had to make. He was fascinated with the strength and endurance you have to have to make a voyage. His best feature was that good enough wasn’t enough. He always pushed the envelope. Even at UR, where pushing the envelope is the norm, he pushed it harder than any artist on the label. He would expect us to keep living on the edge.” Mad Mike Banks

03.09.2002 > 03.09.2017 R.I.P. James Stinson

A 15 anni dalla scomparsa di James Stinson, membro fondatore del progetto Drexciya, ci immergeremo in quell’universo sottomarino di sonorità, tracce indelebili di chi ha deciso di produrre musica in totale libertà, attraverso la continua sperimentazione. Innovatori di grande personalità, che per molti sono stati un punto di riferimento e di ispirazione.

Il rapporto tra Techno ed Electro risale sin dagli inizi con Cybotron e Model 500. James Stinson lo ha portato ad un livello superiore facendoci dimenticare la differenza tra i due generi e facendoci concentrare inconsciamente durante l’ascolto solo sulla fusione tra musica elettronica e groove che di fatto è il cuore stesso della Techno.

Oltre a Drexcyia, James Stinson e Gerald Donald misero in piedi il progetto L.A.M. (Life after mutation) con il quale fecero un solo immortale 12″ su Hardwax nel 1992 nel quale spicca questa perla Electro techno futuristica che, grazie ad un sample ossessivo (“we are on TV”) ed un titolo inequivocabile, ci parla dei rischi dell’informazione e della comunicazione o meglio della nostra incapacità a gestirle.

Nel 2002, anno della morte di James Stinson a soli 32 anni, esce su Supremat “The opening of the cerebral gate” a firma Transillusion. Era un lavoro in solo di Stinson che ne rivela un lato più intimista e melodico che avrà il suo culmine con The Other People Place su Warp sempre nello stesso anno. Il brano che vi propongo rende al meglio questo senso del viaggio, sonoro ed introspettivo, di questo gigante della Techno. Un pezzo virtualmente infinito che dimostra che quello che conta alla fine è il viaggio più che la destinazione.

1995: preceduto da un singolo devastante, esce “Elektroworld”, album capolavoro a firma Elecktroids, ennesimo progetto parallelo di James Stinson e Gerald Donald. L’album ridefinisce il rapporto tra musica bianca e musica nera in maniera esemplare fra groove Electro e aperture melodiche soul. Questo brano sembra una jam fra Kraftwerk ed Earth Wind & Fire. Futuro e umanità.

1993: dopo un primo letale esordio su Shockwave nel 1992, esce il primo 12″ di Drexciya su Underground Resistance e la storia della Techno cambia per sempre. Musica elettronica liquida e senza tempo che disegna utopie che sembravano prossime.

“Lifestyle of the laptop cafe” è forse l’album più di successo di James Stinson con lo pseudonimo The Other People Place. Uscito su Warp nel 2001 e ristampato recentemente, esce dalle acque e dagli spazi profondi per atterrare nel cuore della natura umana seppure ormai ibridata. È il disco della consapevolezza con concessioni soul in parte mainstream o comunque senza la voglia di dimostrare nulla. Non doveva andare oltre perché già ci stava. Questo brano con venature wave ne è un esempio sfolgorante.

1999: a due anni da “The Quest”, un cd su UR che raccoglieva tutto il meglio di Dreciya e che sembrava decretare la fine del progetto, esce su Tresor “Neptune’s Lair”, un album magari non perfetto, ma che conferma il concetto principale del gruppo e cioè spingere al massimo le possibilità compositive dell’artista Techno per provare ad andare oltre il già sentito. In questa ricerca il rischio è sempre dietro l’angolo, ma d’altronde il concetto di viaggio è spesso sinonimo di avventura.

Dopo qualche anno di silenzio, nel 2001 vengono annunciati da Stinson in persona “Seven storms” ovvero l’uscita di sette progetti a firma Drexciya e altri pseudonimi relazionati. Il primo è proprio questo “Digital Tsunami” su un 12″ su Tresor nel 2001 che aprirà la strada all’uscita dell’album “Harnessed the storm”, uno degli album più diretti e maturi del gruppo di Detroit. C’è forse la consapevolezza del viaggio finale o forse la voglia di mostrare subito il livello artistico del gruppo, sta di fatto che il disco lascia molti a bocca aperta. Questo singolo in particolare è l’estremizzazione del “rhythm of the one” del funk filtrato per decenni di elettronica europea e non. L’esempio tangibile che il futuro è ormai il presente. Basta volerlo.

Uscito nel 2003 e quindi postumo, Lab Rat XL è l’album di James Stinson che più esprime la sua visione distopica della realtà. Un lavoro apparentemente freddo che è in realtà scientifico nel suo condensare anni di sapienza Techno che nel numero 6 trova la sua versione più intimista rielaborando la ritmica di “Toxic TV” per poi iniziare un breve, intenso esperimento da laboratorio perfettamente riuscito.

Secondo album come Transillusion uscito nel 2002 per la storica Rephlex con la benedizione e il rispetto di Richard D. James. Un lavoro che espande il suono acquatico di Stinson entrando direttamente nel suo versante più onirico con delay e ripetizioni melodiche di cui Dirty South Strut ne è evidente esempio.

“Hypothetical Situations” esce postumo nel 2003 sulla Kombination Research di Cisco Ferreira ovvero The Advent con lo pseudonimo Abstract Thought con il quale James Stinson rimette i panni del guerriero drexciyano più intransigente per disegnare quadri sonori che sanno di battaglia in corso per l’affermazione della necessaria diversità della Techno da tutto il resto. Missione riusciuta pienamente.

Una delle testimonianze più significative che si trovano online è questa sua ultima intervista che rilasciò a maggio del 2002 e quindi, quattro mesi prima della sua morte, ad una radio di Detroit in cui fa il punto sulla sua produzione musicale, sul progetto dei “Seven Storms” che fece uscire in quell’anno e su altri importanti temi. Su tutti, a seguito di una specifica domanda sul senso di alcuni suoi album, il concetto base che fare musica nasce il più delle volte dall’esigenza interna di esprimere sensazioni a volte inconsce. Sensazioni che non necessariamente hanno un significato, ma che hanno solo l’urgenza di essere espresse. Stinson dice che il senso lo deve dare l’ascoltatore e che lui vorrebbe ascoltarla questa interpretazione per magari capire meglio sé stesso. Questa affermazione ci fa capire come il nostro rapporto con la musica strumentale e nello specifico la Techno che coinvolge anche il nostro corpo con il ritmo, sia a doppio senso. Da una parte c’è l’artista che esprime senza testi una sensazione e dall’altra c’è l’ascoltatore che deve poter avere quella apertura mentale ed emotiva per riceverla e lasciarsi andare al flusso del ritmo e dei suoni, svincolato da schemi preconcetti di massa. In sostanza in questo rapporto devono essere entrambi le parti pronte al cambiamento, in un rapporto di scambio che non sempre avviene nella musica, perché magari legata al vincolo del significato del testo o a specifici dettami concettuali “imposti” dall’artista. Credo che nella sua apparente semplicità sia questo il nucleo dell’importanza di Drexciya nella storia della musica della fine del secolo scorso.

Credits: Facebook Andrea Benedetti; Discogs

ANDREA BENEDETTI – Drexciya & James Stinson Tribute 09.2017 Family House.

Drexciyan Link:

Drexciya Research Lab.

http://daily.redbullmusicacademy.com/2017/06/drexciya-infinite-journey-to-inner-space

http://drexciyaresearchlab.blogspot.it/2011/04/

+